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Dark Queen di Andrea Marcuz

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Drag Queen
Marchesa Casati and Friends
di Andrea Marcuz

su Agorà di Cult

Drag Queen – di Andrea Marcuz


Il travestitismo è un comportamento sociale oggi normalmente accettato.
Nel Medioevo quella che veniva definita “devianza vestimentaria” era regolamentata da leggi speciali, nel corso dei secoli furono diversi gli approcci culturali al fenomeno, ma è soltanto dagli anni 70 del secolo scorso che non parliamo più di devianza e oggi le Drag Queen si possono culturalmente assimilare al mondo dello spettacolo. Documentare, o meglio narrare, il percorso che porta sul palcoscenico una Drag Queen non è semplificabile con il tradurre in immagini il complesso maquillage cui si sottopongono.
E una metamorfosi interiore oltre che estetica.
E un rituale che si ripete, in apparenza sempre uguale a se stesso ma ogni volta storia a se stante, spettacolo nello spettacolo. In camerino possono entrare persone timide o impacciate, Qui annulla l’identità di genere, si azzera il confine tra maschile e femminile, ne escono artisti.


Il Direttore says:

6 aprile 2017 at 22:34
“Drag Queen”, di Andrea Marcuz, è un’opera animata da un’idea narrativa tematica per la rappresentazione soggettiva del backstage in cui l’attore entra nel personaggio della Drag Queen.
L’autore nel testo iniziale ben presenta questo antico esercizio anche dal punto di vista storico e con questo egli pone in forte evidenza il dramma del mutamento simbolico che il travestimento comporta.
La rappresentazione teatrale compie in modo particolarmente vivo, perché è performance, uno spostamento simbolico nel porre a livello collettivo quell’espressione individuale che nella realtà sarebbe ritenuta trasgressiva.
In generale la performance attrae la percezione del pubblico in modo diretto dalla forza della finzione teatrale che è capace di trasmettere forti emozioni.
La misteriosa alterità di una Drag Queen, con la sua ambiguità, colpisce l’inconscio con un fascino straniante capace di trasmettere molto più di quello che è realmente intentato dall’attore.
Tutti questi contenuti sono narrati nel portfolio dell’autore che con il linguaggio del frammento resta sempre a stretto contatto con questi corpi che con l’investitura della maschera assumono una apparente metamorfosi di genere.
Complimenti ad Andrea Marcuz che con la libertà da pregiudizi o repulsioni ha dato un significato soggettivo all’azione artistica degli attori. L’opera ha significato aperto e quindi porta la fotografia a conoscere senza giudicare.


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